Pensione,soli senza rimpianto

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  1. Sweet•Penny
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    Che sia per vacanza o per lavoro,la nostra assenza richiede una soluzione; d'altra parte viaggiare con lui non sempre è possibile. Le alternative sono diverse: vediamo le migliori.



    Molte persone hanno un'idea sbagliata della gestione di una vacanza o di un viaggio in compagnia del proprio gatto.Alcuni pensano che muoversi con il micio sia più facile che con altri animali,perché è più piccolo e tranquillo in certe situazioni.È altrettanto vero,però,che per lui viaggiare è un evento poco gradito e una volta arrivati a destinazione i problemi non sono finiti. Se con un cane,per esempio,è possibile fare passeggiate,con un micio le cose sono più complicate perché per lui è necessario riadattarsi ad un nuovo ambiente. Al tempo stesso,che senso avrebbe lasciare il nostro micio da solo,per molte ore,in una camera d'albergo che non conosce e che potrebbe stressarlo? Insomma,di fronte a una vacanza dobbiamo pensare che un gatto rischia di vivere male sia il viaggio che il soggiorno. Cosa fare,allora? La vecchia,cara pensione per gatti è un'idea semplice e tradizionale che funziona ancora benissimo.
    In nostra assenza,possiamo affidare la cura del gatto a un parente,a un amico fidato oppure a un "catsitter",che si occupino di accudirlo e nutrirlo.O valutare una buona pensione specializzata.

    Soluzione pratica e comoda

    Molti padroni guardano con diffidenza le pensioni per i loro amati gatti. Convinti di poterne fare a meno e di risparmiare al loro amico un soggiorno poco gradito,si portano sempre dietro il micio oppure lo lasciano ad amici e parenti. Al di là del fatto che non sempre è possibile viaggiare con un animale oppure trovare un aiuto in famiglia,la pensione non è affatto una soluzione di ripiego da guardare con diffidenza e timore,ma una soluzione di grande praticità,comoda,che crea un limitato impatto sul gatto. Anzi: il viaggio può essere molto più stressante e sgradito di un soggiorno di qualche giorno in un luogo protetto e curato. Chiaramente bisogna essere in grado di scegliere una struttura adeguata,gestita con cura,attrezzata e pulita. Di pensioni ce ne sono di tutti i tipi: alcune sono ottime,altre decenti,altre ancora sono da evitare. Per capire se la struttura è valida,a volte basta davvero poco.

    Assistenza sanitaria garantita

    Alcune pensioni offrono un servizio interno di clinica veterinaria. In questi casi,c'è la garanzia dell'assistenza sanitaria: cosa di non poco conto. Se affidiamo il micio a una pensione non provvista di medici veterinari interni,non dimentichiamoci di chiedere quale sia la struttura di appoggio. Se non riceviamo una risposta pronta e dettagliata,cerchiamo un'altra pensione: l'assistenza veterinaria è fondamentale perché,in nostra assenza,dobbiamo essere certi che,in caso di necessità,il nostro gatto venga soccorso e curato prontamente.
    Pensione sì,ma non senza qualche "precauzione": con l'esperienza o con qualche buon consiglio,si possono fare valutazioni generali molto preziose.

    Passi obbligatori

    Quando portiamo il nostro gatto in pensione,il gestore della struttura deve chiederci il libretto sanitario e controllare la documentazione relativa alle vaccinazioni.È una prassi che tutela la salute dei piccoli ospiti,scongiurando i possibili contagi. Se il gestore non chiede niente,è un brutto segno: potrebbe essere poco interessato alle questioni sanitarie dei suoi ospiti con la coda. La pensione per gatti è molto particolare; la natura stessa del felino rende il pensionamento più semplice e meno problematico di quello di un cane: non ha bisogno di spazi esterni e di frequenti passeggiate per soddisfare gli impellenti bisogni fisiologici. Tuttavia,la pensione deve avere box individuali nei quali trovano ospitalità i vari mici e, in ogni box,deve esserci una zona per il cibo e una per la lettiera. Chiaramente ,nel caso avessimo due mici,è possibile chiedere di tenerli insieme,magari in un box più grande.

    I soggiorni di prova

    Trattandosi di un luogo poco familiare,la pensione non è amata quanto la casa,ma non dobbiamo preoccuparci troppo.L'importante è poter abituare il nostro amico gradualmente e,se possibile,fin da piccolo. In questo senso è fondamentale,quando il gatto è alla sua prima esperienza,evitare che venga lasciato in pensione subito per un lungo periodo. Se abbiamo in programma una vacanza di una settimana o più,portiamo il nostro amico in pensione per un weekend prima della nostra effettiva partenza. Il "soggiorno di prova",di breve durata,è molto importante: permette di valutare le reazioni del gatto di fronte a questa situazione per lui inedita. Un altro aspetto da non sottovalutare è la nostra valutazione generale sulla pensione: prima ancora di aver prenotato,andiamo a fare una visita a sorpresa nei locali della struttura,chiediamo di mostrarci le gabbie e valutiamo la situazione igienica generale: ricordiamoci che il primo impatto,le prime sensazioni,sono fondamentali per farsi un'idea.

    Cosa controllare

    Il sopralluogo della struttura deve concentrarsi soprattutto sulle gabbie. Se non abbiamo mai visitato una pensione per gatti potremmo restare un po' impressionati proprio dai singoli box,trovandoli sempre un po' piccoli e inospitali. In realtà,le sensazioni di un gatto sono molto diverse dalle nostre e non è certo una gabbia in sé a dargli fastidio.inoltre,questo è il sistema migliore per gestire in sicurezza e igiene un gran numero di ospiti: gli animali hanno il loro spazio,ricevono luce,possono osservare tutto quello che succede intorno a loro,la pulizia è facilitata.Quello di cui dovremo assicurarci durante il sopralluogo,è che i vari box non siano troppo piccoli e che non siano contenuti in stanze male isolate dal freddo e dal caldo.Guardiamo bene le ciotole: ci dicono tante cose! L'acqua dev'essere pulitissima,senza patine in superficie.Stesso discorso per le lettiere: non devono essere sporche o maleodoranti. Altra cosa da fare è quella di chiedere informazioni sul "menù": il gestore non dovrà rispondere in maniera vaga ma essere preciso. L'alimentazione è una cosa fondamentale. In alcuni casi ci sarà consentito di portare direttamente il suo cibo preferito.

    Tre regole d'oro

    Prima regola: il giusto tempo. Non facciamo le cose di fretta,riducendoci all'ultimo minuto a prenotare un posto. Con un buon margine (soprattutto nei periodi di alta stagione come quelli estivi),potremo trovare un posto libero in diverse pensioni e,così,scegliere la struttura che ci sembra migliore. Se il nostro viaggio coincide con quello di altre migliaia di persone (per esempio Pasqua o Ferragosto),prenotiamo con largo anticipo: come avviene per gli hotel,anche le pensioni per gatti rischiano il "tutto esaurito". Seconda regola: se il nostro gatto ha esigenze alimentari particolari o,addirittura,problemi di salute,ricordiamoci di comunicarli al gestore qualche giorno prima di accompagnarlo. chiediamo,inoltre,se è possibile lasciare al gatto un giochino particolare o una copertina alla quale è affezionato: questi oggetti lo aiuteranno ad abituarsi meglio alla nuova dimora. Terza regola: non lasciamo il gatto da solo in pensione per un lungo periodo senza avere effettivamente capito quale possa essere la sua reazione. La valutazione deve essere fatta su un periodo di 2 o 3 giorni.

    Alternative alla pensione

    Le alternative alla pensione (se non è il caso di portare il gatto in viaggio con noi) sono due: portarlo a casa di amici o lasciarlo nel proprio ambiente. Quest'ultima soluzione sarebbe la preferita dal gatto stesso. Perché sia fattibile è necessario,però,che un parente o un amico sia disposto,in nostra assenza,a fare visite periodiche al micio. In questo caso sarebbe meglio far conoscere l'ospite con anticipo,magari invitandolo a casa nostra prima della partenza in modo che il gatto familiarizzi con lui.Se parenti e amici non potessero,e se la nostra assenza non dovesse essere particolarmente lunga,potremo nutrire il micio per alcuni giorni grazie a ciotole speciali munite di un timer di apertura. Il "catsitter" è un'alternativa un po' più costosa ma che evita al gatto il pensionamento: affidare la cura del nostro amico a un professionista dovrebbe tranquillizzarci. Spesso,per reperire un "catsitter",è utile rivolgersi al negozio di prodotti per animali della nostra zona o all'ambulatorio veterinario. Ricordiamoci,a prescindere dalla scelta,di non lasciare mai il nostro micio per troppo tempo da solo.

    Ultima soluzione: il viaggio

    Se,alla fine,proprio non siamo convinti della bontà di un soggiorno in pensione,se non abbiamo parenti disponibili o non vogliamo prendere in considerazione alternative più costose...non ci resta che viaggiare insieme al nostro gatto. Lo spostamento è senz'altro il momento più critico (anche se non l'unico). La prima cosa da fare è capire con quale mezzo di trasporto viaggeremo. L'automobile resta uno dei più comuni: con i suoi rumori e i suoi movimenti,non è un ambiente che il micio apprezza. Rispetto agli altri mezzi di trasporto,però,presenta un notevole vantaggio: avremo la possibilità di utilizzarla spesse volte prima,in compagnia del gatto,in modo da farlo abituare gradualmente. Teniamo il nostro amico sempre nel trasportino evitando accuratamente che vagabondi in libertà per l'abitacolo: sarebbe molto pericoloso ritrovarselo a farci le fusa tra le gambe e i pedali dell'auto o a balzare sulle nostre spalle! Accomodiamolo,dunque,sui sedili posteriori rigorosamente in un trasportino,possibilmente in uno di quelli ben areati e muniti di aggancio per la cintura di sicurezza. Non preoccupiamoci più di tanto dei continui miagolii: rassicuriamolo a voce e lasciamo che smetta di lamentarsi spontaneamente. Rinfreschiamolo spesso se il viaggio avviene in estate,lasciando all'interno del trasportino un panno imbevuto di acqua fresca. Non dimentichiamoci,ovviamente,di dargli da bere e di fermarci ogni tanto per farlo camminare un po'.

    Su treni e aerei

    Generalmente,il treno è il mezzo di trasporto preferito dai gatti. I treni sono mezzi stabili,non eccessivamente rumorosi,ampi negli spazi. Quando ci si trova nel proprio scompartimento,l'ideale è collocare il trasportino sotto le nostre gambe,lasciando una buona circolazione d'aria al gatto e parlandogli ogni tanto per tenerlo tranquillo. Nel caso in cui si mostrasse agitato,non allarmiamoci,in fondo si trova comunque in un luogo non familiare. Cerchiamo di capire se,coprendo il trasportino con un velo scuro che lo isoli dall'ambiente circostante,le cose migliorano. Non dimentichiamoci,ovviamente,di portare quanto serve per rinfrescarlo,nutrirlo e dissetarlo. Per l'aereo bisogna informarsi bene: alcune compagnie accettano gatti in cabina (sempre all'interno dei contenitori da viaggio) altre,invece,obbligano a stressanti viaggi in stiva. In quest'ultimo caso dovremo sbrigare alcune formalità burocratiche in aeroporto e lasciare il nostro amico nel suo trasportino. In generale,per evitare spiacevoli e tardive sorprese,bisogna informarsi con largo anticipo e,magari,scegliere la compagnia proprio in base all'accoglienza riservata ai gatti.

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